L'Italia esce pluri premiata dal campionato del mondo di acrobazia in aliante cat avanzata 2016, che si è tenuto in Ungheria dal 20 al 30 luglio, con una medaglia di Bronzo a squadre e una medaglia d'argento individuale. Nel corso del campionato ha confermato il suo talento Claudio Brasaola, che ha mantenuto un rendimento costante in ogni volo di gara, classificandosi primo degli italiani con un sesto posto assoluto. Si è confermato Daniele Ferrarese, che dopo l'oro del 2015 nel "Libero" si è classificato primo nell'ultima prova di gara.
Ma questo campionato ha soprattutto fatto emergere un nuovo giovane talento italiano dell'acrobazia in aliante, Daniele Meloni. Al suo primo campionato internazionale, Meloni ha strabiliato tutti vincendo la medaglia d'argento individuale nel primo programma di gara, il free known, e classificandosi primo nella seconda prova del mondiale, il primo "Sconosciuto".
Il trentenne di Tarquinia è l'ultimo promettente atleta dell'acrobazia in aliante formatosi tra Rieti ed Alfina.
Come hai iniziato a volare?
Daniele Meloni: Bella domanda. Allora in famiglia mia il volo è una cosa che è sempre esistita: considera che mio nonno volava durante la guerra, mio padre volava con gli ultraleggeri e poi comunque è un tecnico degli elicotteri, per cui io comunque ci sono cresciuto nel mondo dell’aviazione. E tu? Io a 20 anni iniziai il corso di pilota di elicotteri. Andai negli Stati Uniti, sono stato li un anno e mezzo, e mezzo, volando sia come istruttore che come “utility pilot”; poi in Italia e facevo il pilota di elicottero. Ma a me è sempre piaciuta l’acrobazia. Essendo anche aeromodellista, ho fatto sempre acrobazia con gli aeroplani radiocomandati. Farla con aerei “full scale" sarebbe stato un sogno ma pensavo.. “io questa cosa non me la posso permettere”, ma poi ho realizzato che con gli alianti forse avrei potuto
E quindi come hai iniziato a fare acrobazia in aliante?
Daniele Meloni: Allora ho fatto un po’ di ricerche e c’era a Rieti.. sai li col volo a vela sono abbastanza ferrati, e andai li puramente per motivi logistici. All’epoca lavoravo a Roma e in 40 minuti potevo esserci. Ho fatto li il corso con Stefano Bianchetti, ed ogni tanto facevo qualche missione di acrobazia, perché uno degli istruttori di la faceva anche acrobazia- Ennio Gerometta, la persona con la quale ho fatto il primo looping, e Dino del Nero. Era il 2013. La cosa più bella è stata il giorno dell’esame- io non so se sia stato il giorno più fortunato o più sfortunato della mia vita, dipende dai punti di vista, ancora lo devo capire… (ride) perché il mio esaminatore non era nient’altro che Pietro Filippini. Atterrati dall’esame, gli ho detto “a me hanno detto che fai acrobazia”, e lui “si, un pochina”. E così iniziai a frequentare questa gabbia di matti che poi è l’Alfina, era fine 2013 e grazie a Pietro e Velli è diventata subito una seconda casa. Nel 2014 mi dissero che a settembre ad Aosta ci sarebbe stato il campionato Italiano di cat. Promozione.
In cosa consiste la gara della categoria Promozione? È l’entry level dell’acrobazia in aliante- il programma è piuttosto semplice: un abbrivio standard standard a 45°, looping, tonneau, fiesler- tutte le figure base dell’acrobazia. Io non avevo mai partecipato ad alcuna gara- cioè a 13 anni partecipai ad un torneo di tennis ed arrivai ultimo, ma insomma… e arrivai li e ad Aosta vinsi la gara. All’epoca volavo con il K 21- l’ASK21. Da li a poco iniziai a volare con gli alianti illimitati. Inizialmente con il Fox, quindi a doppio comando, e fatti un paio di voli con il Fox passai allo Swift S1, il monoposto, perché in teoria io avrei dovuto già partecipare ai mondiali 2015.
E perché non hai partecipato? Ai mondiali nel 2015? Li successe una cosa un po’ bruttina. La società per la quale lavoravo in quel periodo non era particolarmente d’accordo sul fatto che io facessi volo a vela durante i miei periodi di riposo, per cui mi proibirono formalmente qualsiasi tipo di attività di volo oltre a quella lavorativa. Anche se era un’ingiustizia, a me il lavoro serviva, ed In virtù di questo, ad Aprile 2015 smisi temporaneamente di volare in aliante. Ho resistito aprile, maggio, ma poi a metà maggio non ce l’ho più fatta. Ho pensato.. se c’è una cosa che mi piace è l’acrobazia e nessuno puó impedirmi di farla.
E quindi cos’hai fatto? Quindi in due giorni ho mandato 60 curriculum in giro per il mondo e mi rispose dopo qualche giorno la ditta per la quale lavoro adesso, la Heli Aviation di Augsburg (vicino a Monaco). Feci il colloquio con il direttore generale e capo pilota Alex Neumann, che notò subito qualcosa di strano, infatti mi chiese: “lavori vicino casa, le macchine su cui voli sono moderne, il contratto non è male… perché vuoi cambiare?” Io gli ho spiegato: non mi fanno fare acrobazia con l’aliante, io voglio fare acrobazia con l’aliante, e quindi non mi va bene questa situazione. Alex si mise a ridere e mi disse che per lui era tutto ok e che avrei potuto iniziare a lavorare per loro anche domattina. Fu una grande soddisfazione.
Quindi hai cambiato lavoro per poter fare acrobazia? E cosa sei andato a fare esattamente? Lavoro in Africa. Heli-Aviation collabora ormai da anni con varie organizzazioni umanitarie fornendo elicotteri impiegati nei compiti più disparati, si va dal trasporto di aiuti umanitari al trasporto di pazienti. Appena rientro in Italia dovrò partire per il Sud Sudan, dove oltre al caldo, alle zanzare e alla malaria c'é anche la guerra civile. La turnazione è un po’ particolare, più o meno c’è un mese on e un mese off, però nel mese off potevo allenarmi, tolti magari i primi mesi in cui comunque mi sono dovuto dedicare molto a questa nuova attività, ma poi avevo abbastanza tempo libero.
Ma questa ditta come ha reagito alla tua richiesta di fare il campionato? Beh direi benissimo: Parlai della partecipazione al campionato direttamente con Alex Neumann. Lui mi ha detto “questa è una cosa bellissima, che bravo!! Parla con quella che fai i turni e prenditi tutti il tempo che ti serve. ” Ho mandato una mail al direttore operativo, e chiesto due mesi- uno per il mondiale e uno per allenarmi. Infatti io mi sono allenato, poco ma non benissimo, perché lo Swift è stato in manutenzione, ma io tutto giugno son stato all’Alfina e ho fatto una cinquantina di voli con Pietro come allenatore. Raccontami della gara, dall'inizio.
L'aliante l'hai portato tu? Il viaggio è stato con me alla guida, Eric Lentz Gauthier come copilota, e a Bologna abbiamo recuperato Marcello Tedeschi. Abbiamo fatto 1200 km con una Stilo scassata presa a noleggio, col carrellino e i bagagli sembravamo degli zingari. Infatti quando siamo arrivati, pensavano tutti che fossimo matti. La macchina richiedeva degli skill notevoli.. È piccolina e col carrello dell'aliante dietro, quando ci sorpassavano i camion... Con gli spostamenti d'aria.. La parte difficile è stata il viaggio, non il campionato, il viaggio. Ci si è rotta, poi l'abbiamo dovuta spingere, l'aria che non andava... Ci si potrebbe scrivere un libro. Poi da li la gara è stata molto serrata.
E la gara? È durata 10 giorni, ma io ho la percezione come se fosse durata 10 minuti. Tutte le mattine ti svegli, vai in aeroporto, aspetti magari tutto il giorno per fare il volo, voli, aspetti i risultati. Poi appena arrivavano i risultati, o festeggiavi o eri un po' depresso, ma è stata una bella avventura. Ho sofferto tantissimo la pressione all'inizio. Poi forse detto fra noi andavo meglio quando ero sotto pressione rispetto a quando ero rilassato... Ma piu che rilassato ho esaurito le mie energie dopo qualche giorno.
Che difficoltá hai incontrato? Avevamo fatto un paio di voli di prova perchè appena arrivati su siamo stati sfortunati perchè era brutto, quindi non ci siamo potuti allenare un pochino sul campo e prendere bene tutti i riferimenti del campo. All'alfina il box acrobatico non è segnato in maniera perfetta, ma qui nessuno l'aveva visto mai un box segnato bene. Le frecce, le croci, non ci capivo nulla.
Il primo volo, il libero conosciuto, però è andato benissimo. Sei arrivato secondo al tuo primo volo, al tuo primo mondiale... Il libero conosciuto, che a noi pareva perfetto, in realtà era veramente lungo, e quindi era molto critico nel box. Se iniziavi 50 m troppo tardi prendevi tante di quelle penalità di fuori box che.. Ti seppellivano. Io in quel programma ho avuto una fortuna pazzesca perchè ho iniziato nel punto giusto. La prima parte occupava tutta la lunghezza del box e l'ho iniziato precisamente all'inizio del box, e quindi sono arrivato in fondo con la prima manovra di rientro. Quella è stata la mia grande fortuna. E forse perchè sono riuscito a mantenere la concentrazione per quel volo forse come non ce l'ho mai avuta. E quindi sono riuscito ad incastrare quei due tre elementi chiave di quel programma che poi ha avuto una buona riuscita. Poi vabbeh i voti parlano chiaro. Un po' di fortuna nell'iniziare bene nel punto giusto, e poi il concatenare bene quelle due tre manovre determinanti e presentate bene.
Hai capito subito di aver volato cosi bene? Mah, una volta atterrato, pensavo di aver volato benino. E invece tutti mi han detto "bel volo, bel volo", ma sai, te lo dici sempre tra compagni di squadra, non dici mai... "Hai fatto un volo orrendo". Poi cavoli quando sono uscite le classifiche.... Ho pensato "beh dai buon inizio". Non mi sembrava vero. Io penso che se mi avessero dato una pungolata con un chiodo... Niente, non sarebbe uscita neanche una goccia di sangue. Poi ecco non mi sembrava il vero. Io non è che mi reputi... Sai sono Daniele Meloni, che viene da Tarquinia, e faccio sta cosa qui con gli alianti. E invece vedere il mio nome li in quella posizione, a me faceva paura. E ancora di più il secondo giorno, col primo degli sconosciuti.
Parliamo degli sconosciuti. Quanti ne avevi volati in vita tua prima di quel giorno? Io non ne avevo mai volati in gara. Era la mia terza gara, dopo la promozione nel 2014 e la sport nel 2015. Purtroppo per 7 mesi io non sto in Italia, quindi il tempo é sempre stato molto poco. Lo sconosciuto te lo danno in mano, il programma, il pomeriggio prima di doverlo volare. Tu te li guardi la notte... Io quel programma me lo studiai tutta la notte, lo disegnavo, lo guardavo. Poi la mattina mentre facevamo colazione l'ho fatto vedere ai ragazzi, gli ho fatto vedere che avevo messo degli appunti, e loro mi han detto che l'avevo disegnato al contrario.... Eppure il secondo programma di volo del mondiale, lo sconosciuto, l'hai vinto. Alla fine è stata anche molta fortuna. Sai perchè? Perchè le singole manovre erano comunque manovre che avevo fatto abbastanza spesso, quindi si è trattato solo di volarle nello stesso programma, cosa che purtroppo non sono riuscito a fare in tutti gli altri sconosciuti. Li si è vista la mancanza di allenamento, perché tante manovre le avevo provate forse una volta o due volte, alcune zero, per cui si le fai, però i punteggi erano stati comunque mediamente abbastanza bassi.
Come ti sei piazzato alla fine, nella classifica overall? Sedicesimo o quindicesimo. Il casino grosso l'ho fatto nel free unknown, dove ho sbagliato alla grande il posizionamento. Ho iniziato penso 300 metri dopo il punto dove avrei dovuto iniziare, quindi ho volato tutto spostato da una parte. Me ne sono reso conto subito alla seconda manovra che avevo sbagliato alla grande l'ingresso, solo che poi con l'aliante non riesci a risalire nel box. Riesci un minimo, ma se sbagli di 300metri, che è quasi un terzo di box... Poi mi sono molto innervosito, infatti i giudici hanno notato la poca “fluidità” ed ho perso molti punti anche nell'armonia, e li ho finito 27 esimo, ma comunque come prima esperienza al mondiale non mi posso lamentare.
Hai portato a casa una medaglia d'argento individuale e una di bronzo per la classifica a squadre, oltre ad aver vinto il primo sconosciuto. Non ti pare un buon risultato per l'esordio? Si, è stato un sogno che si è avverato, prima della partenza non mi sarei mai immaginato un risultato del genere, ma sono dell'idea che ci si debba raffrontare sempre con quelli più bravi se si vuole migliorare e che quindi per me c’è tantissima strada da fare. Nell'acrobazia per esempio, la testa è importantissima, li devo lavorare molto. Poi di carattere, ti sfianca. L'ultimo volo di gara, io ero bollito e non vedevo l'ora di tornare a casa. Il mio pensiero più grande non era "devo volare il programma bene". Il mio pensiero più grande è stato "voglio tornare a casa. " Mancavo da tre mesi da casa- mi ero fatto un mese e mezzo in africa, poi son stato all'Alfina, poi son partito direttamente per l'Ungheria... Tre mesi fuori casa son stati tanti, mi mancava casa. Comunque l'anno prossimo andrà meglio. Il programma per l'anno prossimo è quello di andare avanti a testa alta. Se quest'anno ho dato il 100%, l'anno prossimo é di dare il 200%.
Come ti sei trovato con i compagni di squadra? Senza di loro, non avrei potuto fare niente, niente, niente. Tu considera che Ted (Marcello Tedeschi). Beh se c'è una persona che io devo ringraziare per i risultati dei primi due voli è proprio Marcello Tedeschi, perchè Pietro ci ha potuto raggiungere solo qualche giorno dopo l'inizio dei mondiali, e quindi aveva investito Marcello Tedeschi del titolo di caposquadra, e devo dire che lui ha dedicato tutte le energie alla squadra per tutta la prima parte del campionato. Io arrivavo alla mattina e non dovevo pensare a niente, perché lui aveva gia pensato a tutto- da dove montare il gazebo, al briefing, a prendere i biglietti per i voli, organizzare tutto. Ed effettivamente io potevo concentrarmi sui voli, quindi il vero eroe è lui. Poi devo dire che tutti gli altri anche loro sono stati fantastici. Daniele Ferrarese, beh lui è anche più giovane di me, ma era gia al terzo mondiale, quindi aveva una grossa esperienza su come si affrontano le competizioni di questo tipo, e mi dava un sacco di consigli. Poi c'è stato Claudio Brasaola, beh è un senatore a vita dell'acrobazia, lui è stato anche uno dei miei istruttori, e dal punto di vista sportivo per me è come un papà. Massimo Ciceri ci ha fatto ammazzare dalle risate per tutto il tempo dei mondiali, è una macchietta, mi fa veramente morire dal ridere. Quando tu sei un po' giù, arriva lui e ridi. Veramente una squadra in cui l'uno completava l'altro. Una bella squadra dall'inizio alla fine. La nostra forza più grande credo che sia stata proprio questa.
E gli altri concorrenti? Beh il vincitore, Sebastian Jansson, è un ragazzo svedese giovane, credo abbia 20 anni, motivatissimo, una passione che non hai idea. Sono veramente contento per lui. Eric mi spiegava, perchè Eric li ha allenati loro. Loro a febbraio sono andati in California a fare uno stage da Eric, quindi lui li conosce molto bene, sia lui, che Gustav Salminen, sia Bekka- che poi Bekka è grande, è come il Filippini della Svezia. Son matti come cavalli, però simpaticissimi. Ma poi guarda, mi han dato l'impressione di essere persone molto genuine. Se il futuro dell'acrobazia in aliante sono loro, sono molto felice. Son stati tutti molto cordiali. Ma poi ho avuto l'occasione di conoscere dei campioni incredibili. Makula stesso... Sai, lui ha vinto Jurek Makula…ha vinto sei mondiali e due campionati europei (che nel volo a vela sono praticamente come i mondiali..), quindi diciamo, è appena uno scalino sotto a Dio. Lui è capopilota della compagnia di bandiera Polacca, ed è l'uomo che c'è dietro allo swift e al fox. Il Fox si chiama MDM per le iniziali dei due progettisti, e Makula che era il collaudatore, quindi è penso uno dei personaggi di maggiore spessore che puoi incontrare. E io andai li e gli dissi "ho letto di te nei libri". E lui era contento, come se gli avessi fatto un regalo. Ha scritto la storia, ma è la persona più alla mano di questo mondo. E cosi tutti, i vari Kaminski, Toth, Vavra. Infatti la cosa che mi è piaciuta di più di questi grandi campioni è l'umiltà. Un bell'ambiente sano.
Quindi dopo la prima esperienza il bilancio é positivo? Positivissimo! Questo è un circo meraviglioso. Dal primo giorno quando parti, all'ultimo giorno quando ritorni, è veramente un circo pieno di fenomeni da baraccone. Poi il volo è complementare, ma veramente la cosa bella di questo mondo sono le persone che lo abitano, perchè non c'è gente normale, ed è un grandissimo onore farne parte.