Intervista Luca Bertossio Aprile 2016
Hai avuto un 2015 da favola fatto di successi sportivi e partecipazioni nei più prestigiosi airshow al Mondo. Un commento?
Il 2015 è stato un anno pazzesco che porterò sempre nel cuore e che mi ha insegnato molto su diversi aspetti della mia attività. Partecipare alle più importanti competizione di acrobazia aerea in aliante ed ai più prestigiosi Airshow al Mondo rappresentando il mio Paese, i miei Sponsor e tutti i valori che porto con me è senza dubbio un sogno che si avvera.
Parliamo dei tuoi successi sportivi- qual è il segreto per vincere come fai tu?
Nelle gare si vola per le medaglie, che arrivano dai punti che a loro volta vengono estratti a fatica dalle penne dei giudici comandate dai loro occhi e guidate dalla loro razionalità ma anche dal loro cuore mentre ti guardano volare…bisogna sempre arrivare alla fonte! In gara si esegue quindi una sequenza acrobatica prevista (imposta,libera o sconosciuta) cercando di fare meno errori possibili, perché non vince chi vola meglio ma chi sbaglia di meno…una sottile ma capitale differenza filosofica e pratica che a mio parere vale anche nella quotidianità
La senti la pressione?
Personalmente sento la pressione in certi frangenti prima di un volo di gara e non sento una particolare differenza tra le varie competizioni come per esempio tra un Campionato Nazionale ed i World Air Games, la gara è gara non importa come si chiami…l’importanza del risultato lo realizzo a sangue freddo una volta prese le medaglie e posso dire che sinceramente vincere non serve a nulla, ma è l’unica cosa che conta…
E come la gestisci la pressione?
La pressione arriva sempre, il segreto è trasformala in “energia buona” tramite dei rituali,delle frasi o semplicemente con l’utilizzo della musica,mia fedele alleata di pre-gara…
Questa “ansia da prestazione” è dovuta al rimescolamento nella propria mente delle centinaia di cose che devono andare al loro esatto posto perché si possa arrivare a quei famosi punti di gara…in quegli istanti di ansia si vede tutta la sequenza davanti a se…ma la si vede “torbida”, disordinata e non a fuoco…
E quindi come fai?
Ripenso metodicamente ad alcuni dettagli ad alcune sensazioni, percezioni…ma è ancora troppo confuso tutto quanto perché il momento dell’azione si avvicina…e tutto ciò che non è sequenza ti distrae per cui è fondamentale isolarsi e chiudersi in riunione con i propri pensieri per il tempo necessario…senza concentrazione non esiste l’acrobazia agonistica…senza concentrazione dinamica e mirata non si arriva in alto…
L’esperienza aiuta?
Con il tempo,l’esperienza e gli errori si impara a catalogare le sensazioni e a creare una sequenza anzi a creare LA Sequenza che si andrà a riprodurre in volo, e finalmente si riesce a vedere ogni dettaglio. Esclamo ”eccola finalmente!” dentro di me quando la vedo completa. E’ semplicemente come avere 1000 tasselli di un puzzle tutti sparsi sul tavol. Ognuno lo risolve e completa a suo modo. Qui bisogna essere veloci e calcolare anche le variabili istante per istante.
Quindi di fatto il grosso è un lavoro mentale che si fa a terra?
Si riesce a sentire ogni particolare, assaporare le sensazioni di ogni singolo punto cruciale…visualizzare l’obiettivo e finalmente sapere come arrivarci…tutto il resto che segue, cioè il volo di per sé non è per nulla complicato a quel punto…
Un paragone di questo momento che potrei fare è il momento in cui dopo aver scavato nei propri pensieri si ritrova nella propria mente la combinazione di un lucchetto…si inseriscono i numeri uno alla volta e nell’ istante esatto lo si sente fare “click” e lo si vede aperto…basta solo la giusta sequenza e tutto va in ordine.
Quello che si aggiunge all’acrobazia è che le variabili sono fondamentalmente infinite e siamo noi che dobbiamo trovare la combinazione…non ricordarla dunque ma crearla…
La preparazione delle competizioni sportive come influenza il modo di volare in airshow?
Certamente il modo di volare che ho appreso durante le competizioni mi segue anche negli Airshow, cerco di dare sempre l’impressione alle persone che mi guardano che nulla si svolge a caso e che eseguo professionalmente una sequenza per la gioia dei loro occhi e cuori.
Negli airshow non è necessario essere precisi al livello delle gare, ma è apprezzato e visivamente appagante per il pubblico e ovviamente anche per il pilota.
Come si crea un programma per un airshow?
Creare una sequenza da Airshow è una bella sfida paragonabile alla creazione di un programma libero da Campionato del Mondo ma senza punti in palio…
Esistono dunque diversi livelli e parametri su cui mi baso per la creazione dei programmi:
diciamo che in airshow la missione non è quella di fare i punti di gara, in airshow la missione è di stupire senza spaventare, sorprendere, creare emozioni ed energia positiva
E il modo di volare è la stesso?
In airshow è necessario presentare il proprio velivolo esplorando quasi tutto il suo inviluppo di volo, evidenziandone le caratteristiche positive e cercando di nasconderne i difetti. Ci si impone dei parametri di sicurezza maggiori- cioè l’ottimizzazione dell’energia nella parte alta dello Show e una gestione con un buon margine energetico ai livelli bassi. Queste imposizioni personali sono dovuti alla parte umana e debole del pilota che potrebbe uscire durante una esibizione con pubblico portandolo oltre i limiti pur di non fare “brutte figure” nel caso di condizioni non previste.
E le figure da volare come le scegli?
Personalmente ritengo sia buon uso inserire almeno una volta ogni rotazione possibile (frullini positivi,negativi,tonneau,archi,viti e almeno una giroscopica) in maniera da non far mancare nulla… E’ importante per me ricordare sempre che sto volando per il pubblico.
Poi c’è la possibilità di creare effetti prospettici giostrando a piacimento la posizione rispetto al pubblico, oltre ai vari effetti creati dalle mie matite- cioè i fumogeni… in qualunque disegno bisogna calcare di più la matita in certi punti,sfumare per creare le ombre e appena appoggiarla per ricreare altri effetti ancora…
Che effetto fa volare con un pubblico di mezzo milione che ti guardano?
Sento i loro occhi addosso, sento i loro pensieri perché quando volo per qualcuno sono molto critico di me stesso in prima persona…ma tutto cessa quando chiudo la cappottina dell’aliante prima di partire…a quel punto rimaniamo in 2 e pensiamo solamente a concentrarci e ovviamente a divertirci! Comunque certamente l’AirVenture di Oshkosh ed il 55° PAN di Rivolto sono stati gli eventi in cui ho davvero goduto di più mentre guardavo giù…
Negli scorsi anni sei diventato celebre per la figura dell’Elicottero. Come si prepara una manovra del genere?
Una figura del genere si prepara passo dopo passo…iniziando con il guardare gli altri, vedere cosa fanno e cercare di non fare le stesse cose…
Una volta realizzato che cosa vorrei ottenere penso ai comanda da dare, ai parametri minimi e massimi di esecuzione, ai rischi connessi ai limiti dell’aliante, a come aerodinamicamente potrei ricreare questa evoluzione e cerco di sentire sulle mani e sui piedi come si comporterà l’aliante durante la figura. Infine passo per passo visualizzo dove e cosa guardare mentre la eseguo
Usi anche un simulatore?
Si, utilizzo anche un simulatore molto valido per le dinamiche di volo che riproduce, si chiama Condor. E’ specifico per gli alianti, mettendo a disposizione il velivolo MDM Fox che ti garantisco vola al 80% come quello “vero”… quindi se riesco a farla al simulatore ho questa percentuale di riuscita nella realtà…
Ma come si creano le figure nuove? Ci sono forze in gioco che magari sono meno evidenti come per l’acrobazia a motore?
Non è semplice creare una nuova figura che non sia una banale ripetizione o variante di una precedente… Con l’aliante acrobatico si ha poca energia a disposizione e spesso si ha l’energia giusta per pochi istanti rispetto all’acrobazia a motore nella quale il “rubinetto” energetico è sempre aperto grazie al propulsore…quindi i giochi sono diversi e si deve imparare a giocare con queste regole…
Gli effetti dei comandi inoltre soffrono la regola generale che a basse velocità perdono di autorità proprio per il fatto di non avere per esempio 300HP di elica che soffia sulle superfici mobili…
Tutto ciò suona come uno svantaggio per i più…io sostengo che non solo non sia uno svantaggio ma che sia un modo di creare qualcosa di unico sfruttando appunto queste regole e molte altre tra le quali le inerzie delle masse in movimento,avendo 12-14 metri di ala “pesante” rispetto ai 6-8 metri degli aerei acrobatici le masse sono distanti dal baricentro avendo dunque la facoltà di creare momenti ed inerzie che possiamo controllare,esplorare e far evolvere come meglio vogliamo… al posto di avere un giroscopio abbiamo quindi anche noi questo “comando in più”
E per quest’anno ne hai creata una nuova?
Quest anno presenterò la figura che sto mettendo a punto dal 2013… si chiamerà “Twister” e non è altro che una doppia rotazione attorno all’asse verticale dell’aliante indotta da un frullino positivo accelerato e appiattito tirato sulla 45° in salita dopo essermici posizionato dopo una spinta negativa di -4,5g e mezzo tonneau contro-rotante rispetto alla rotazione doppia rotazione sul piano verticale che seguirà…
Non si è capito nulla? Bisogna venire a vederlo ad uno dei miei Airshow del 2016!
Molti degli airshow a cui partecipi sono all’estero, è difficile cambiare lingua,paese e volare in posti diversi? Cosa cambia rispetto a volare in Italia?
Non cambia molto quando sei per aria…il cielo è uguale in tutto il mondo… quando si atterra però le cose cambiano, è bello difatti confrontarti con diverse personalità,cultura aeronautica e usi ed abitudini locali…penso che collezionare queste esperienze arricchiscano il mio feeling di pilota.
Ogni paese ha piccole differenze nelle regole degli airshow, per esempio negli USA non si può mai dirigere il vettore energetico dell’aeroplano verso gli spettatori se non ad almeno 1500ft di distanza dalla linea del pubblico e comunque sotto ad una certa velocità etc etc quindi bisogna adattarsi volta per volta e costruire i programmi di conseguenza…
Per l’inglese non c’è problema a parte qualche accento strano a cui ci si abitua…
Hai dei punti di riferimento a livello personale che ti aiutano nella preparazione degli airshow?
Certamente mi sono ispirato a molti performers e la cosa bellissima è che essi sono diventati con il tempo alcuni dei miei migliori amici…è questo il bello del volo e dello sport in generale…puoi riuscire a far diventare i tuoi eroi tuoi amici…pensateci è fantastico!
Tutti loro mi hanno dato preziosi consigli e critiche sul mio modo di preparare ed eseguire gli airshow…
Fammi degli esempi
ti dico uno dei tanti consigli che ognuno di loro mi ha dato:
Il mio coach Sandor Katona: vola come una farfalla impazzita…
Il mio istruttore Pietro Filippini: dipingi il cielo, non sporcarlo…
Il pilota Ufficiale Wheelen e della Red Bull Air Race Michael Goulian: dimostra di sapere quello che stai facendo al pubblico, volare è nel nostro sangue, dimostralo!
Il pilota Ufficiale Oracle Sean Tucker: Non deludere i tuoi fans…non morire!
Il Campione del Mondo Freestyle Rob Holland: Stupisci gli esperti e non fare quello che fanno gli altri
Ce ne sarebbero molti altri ma mi fermo qui
Che ruolo hanno i tuoi sponsor nelle manifestazioni? Sarebbe possibile senza di loro?
Senza di loro nulla sarebbe di fatto possibile, ognuno ha un ruolo importante per un aspetto diverso della mia attività, renderli complementari pur essendo così diversi è la vera sfida professionale che devo gestire a terra…
Dove ti vedremo nel 2016?
Per saperlo bisogna seguirmi sui Social Media e andare sul sito www.bertossio.it
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