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volo acrobatico: intervista a Matteo Barbato, il pilota sulla copertina di VFR Aviation di Luglio 20


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Matteo Barbato, giovane talento italiano dell'acrobazia aerea a motore, racconta tutto di sé in una intervista esclusiva sul numero di luglio di VFR Aviation. Si è meritato la copertina per i suoi successi sportivi. Matteo Barbato è infatti il primo ed unico atleta Italiano ad avere vinto una medaglia d'oro ad un campionato internazionale di volo acrobatico a motore. Sulla foto di copertina, scattata da Pier Giorgio Bonassin, è a bordo del suo CAP 232, aereo acrobatico monoposto francese, con il quale ha vinto l'anno scordo a Deva, in Romania.

Matteo Barbato è un fenomeno. Ha ottenuto in breve tempo i migliori risultati sportivi che l'Italia abbia mai raggiunto nell'acrobazia a motore. Allenato da Tomaso Marzetti, alla sua prima partecipazione ai mondiali di acrobazia a motore, cat. Avanzata, nel 2014- Matteo ha vinto una medaglia d'argento nel primo sconosciuto, il programma piu' difficile. L'anno dopo, a conferma dell'eccellenza del pilota, ha battuto il suo record: ha vinto la prima medaglia d'oro che l'Italia abbia mai vinto in un campionato internazionale, classificandosi 4 assoluto all'Europeo- altro record. Nella vita è, nonostante la giovane età, un Comandante in linea (da pochi mesi). Per via di un piccolo infortunio questanno non potra' partecipare a nessun campionato, ma si rifara'. Spero che le sue qualità, la determinazione, l'umilta' e la gentilezza, oltre che la sua straordinaria passione per il volo in ogni sua sfaccettatura, possano trasparire da questa chiacchierata.

Matteo Barbato- 13 maggio 2016

mi racconti cosa ti ha fatto avvicinare al volo?

Allora non credo ci sia niente che mi ha fatto avvicinare al volo. Da quando sono piccolino mi son sempre piaciuti gli aeroplani e son sempre cresciuto che mi piacevano gli aeroplani, quindi non c’è stata una cosa che mi ha fatto avvicinare agli aeroplani. Non so nemmeno dove ho visto il mio primo aeroplano, credo in televisione, in qualche film. Non ti so dire di preciso il primo aeroplano che ho visto.

Hai fatto l’istituto aeronautico?

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Si, ho fatto l’istituto tecnico aeronautico a Forlì. Il brevetto l’ho preso a scuola. O meglio, ho iniziato in quarta superiore che c’erano delle ore passate dalla scuola. Li iniziavi i PPL, e alla fine della quinta poi mancavano le ultime dieci ore che mi hanno sponsorizzato i miei e ho preso il PPL- ho fatto tutto a Forli.

E l’acrobazia? Com’è che ti è venuto in mente di provare?

Eh perché volando mi piaceva magari fare una sfogata o due, e allora ho cercato il modo di avvicinarmi a quel tipo di divertimento- a quella cosa che mi affascinava all’inizio- e ho cercato il modo di non farlo col Cessnino a caso, ma di imparare a fare un qualcosa.. e così alla fine dell’ATPL son venuto a fare un volo qui- (qui da Tomaso a Ravenna)

Come hai trovato la scuola di Tomaso?

Era la più vicina. Non avevo la più pallida idea. Sapevo che a Ozzano facevano acrobazia (Quando Tomaso era ancora a Ozzano) e allora sono andato solo a vedere, ma non ho parlato con nessuno. E mi piaceva… Quando ho finito l’ATPL, i miei mi han detto intanto prendi il brevetto, fai prima l’ATPL, e poi…

Quindi avevi già deciso che avresti fatto il pilota di professione?

Eh si. A me non interessava tanto fare la professione, io volevo pilotare gli aeroplani, e così è stato. Son state tutte delle coincidenze della vita che mi han portato qui. Sono andato a scuola, poi a scuola ho visto… ok, il pilota si fa di professione.. e così svariate cose mi han portato ogni volta a fare delle scelte che mi avvicinavano a pilotare gli aeroplani. La scelta di fare il pilota di professione è stato che era il modo più semplice per volare.

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Quindi sei andato a Ozzano e poi?

Si ripeto, sono andato li ma non ho parlato con nessuno. Mi affascinava questo aereo che faceva acrobazie. E poi quando ho finito l’ATPL ho messo da parte un po’, non ricordo di preciso la cifra e ho detto, ok, adesso ho abbastanza per andare a fare un giro e…. era aprile del 2006. Loro (la scuola di volo Assofly) si erano già spostati qui (a Ravenna), e son venuto a fare un giro- un voletto col cap, che aveva 1 o 2 anni di vita.

Com’è stato il primo volo?

Eeeh, mi è piaciuto un sacco. Mi ricordo che ho riso un sacco quel volo. Tomaso mi chiedeva “cos’è che hai da ridere?” e io “no niente, è che mi sto divertendo”.

E da quel volo hai deciso di prendere l’abilitazione?

No.. io avevo già deciso da un parecchio, erano i miei che non avevano ancora deciso di sponsorizzare l’abilitazione. Io avevo 22 anni nel 2006. Non avevo lavori né niente, i miei era un pezzo che foraggiavano, e non avevano deciso per niente. Io avevo deciso… io mi ero risparmiato i soldi per fare un volo, non certo per fare l’abilitazione.

E poi?

Ho detto ai miei che dovevo farla a tutti i costi e i miei, ormai assillati e disperati, han detto e vabbeh, fai l’abilitazione.. Si son messi una mano nel cuore e una nel portafogli..

Poi è stato fantastico perché io facevo solo quello. Io stavo cercando lavoro come pilota di linea, e nel frattempo durante la settiman venivo qui e facevo magari 2-3 voli alla settimana per fare l’abilitazione, e così è stato.

E hai deciso subito che volevi fare le gare?

No, io non ero a conoscenza del mondo delle gare. Io volevo imparare a fare acrobazia. Guardavo i video su internet e dicevo- che divertente- mi piacerebbe imparare seriamente, non a fare il cretino con l’aeroplano- e allora ho continuato a provare e imparare e mi son preso l’abilitazione. Le gare… non sapevo nemmeno della loro esistenza, né di come funzionassero. Non sapevo che fosse disegnato un programmino. Non sapevo niente. L’ho visto per la prima volta venendo qua. A metà dell’abilitazione ho iniziato a vedere che c’erano i programmi, le sequenze, delle figure disegnate. Però io volevo imparare a fare acrobazia, cioè volevo imparare a volare con l’aeroplano in ogni modo possibile, non solo dritto.

E una volta imparato, però-..

C’era Nello (intende Nello Capelli) che andava a fare una gara a Legnago, e io durante l’abilitazione avevo iniziato a mettere assieme qualche figura, poi a farle una dietro l’altra. Poi mi han spiegato come funzionava il programma, e poi Tomaso mi ha chiesto, “ti va? È qualcosa che ti può interessare?”E io ho

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detto “si, ma non credo di essere in grado.” E lui mi ha detto, “te non ti preoccupare di questo”, e allora ho detto “si, perché no, anzi mi piacerebbe”.

E allora sei andato?

Si, ho finito l’abilitazione e ho fatto uno o due voli da solista qui, e poi il secondo volo da solista era il volo prova alla gara di Legnago, o forse ho fatto un altro volo con Tomaso e poi il volo prova alla gare.

E com’è andata la gara?

Ah io ero arrabbiatissimo- sono arrivato terzo . Ero arrabbiato perché mi son dimenticato di fare un tonneau. C’era Mencarelli col Pitts davanti, e gli stavo dietro. E i primi due dei tre voli erano andati bene. Mi ricordo che eravamo cinque, ed erano pochi mesi dopo aprile insomma.

Ma ti sei dimenticato il tonneau nello sconosciuto?

Si perché io non sapevo leggere il programma. Non avevo imparato, e quindi imparavo tutta la sequenza a memoria. E poi sono atterrato e mi han detto “mancava niente?” E allora li ho realizzato che mi ero dimenticato il tonneau. Eh…

quindi te ne sei accorto solo atterrato. Ma poi gli sconosciuti sono diventati la tua specialità o sbaglio?

Beh ne ho sbagliati in qualche gara a casa, e allora magari ho sviluppato alcune tecniche per non fare proprio gli stessi errori. Cioè adesso se devo girare un tonneau a destra o a sinistra, ci penso prima a terra- o verso il mare, o verso le montagne- cerco di prendermi i miei riferimenti, perché a volte poi sono andato su e non ricordavo più…Mi è capitato una volta che ho girato dalla parte sbagliata e mi ha dato molto fastidio, e allora ho detto “no, bisogna sviluppare delle tecniche perché è bene non commettere questo tipo di errori da stupidi”, perchè magari la figura l’ho fatta bene, e però l’ho girata dalla parte sbagliata e in quei casi è uno zero.

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Come ti alleni?

Eh il programma cerco ancora di impararmelo a memoria. Mi sforzo di leggere il programma qui in allenamento, perché se ti sforzi a leggerlo in allenamento, poi sei abituato a leggerlo e quindi se è un programma che non hai mai volato- e sei bravo a leggerlo mentre fai il volo, magari sei avvantaggiato. Se durante il volo hai un attimo che ti dimentichi la figura- magari l’emozione, sai in gara può capitare… Ma idealmente me lo imparo ancora a memoria, in modo che son sicuro sicuro, lo ripeto mille volte, prendo i miei riferimenti, e poi vado.

Prima grande delusione è stata quella di dimenticare il tonneau?

Si beh quella è stata la prima di una serie, nel mio piccolo. Quella e anche di aver girato dalla parte sbagliata a Voghera un anno dopo, o due anni dopo in un’altra gara.

E la prima grande soddisfazione qual è stata?

La seconda gara, che l’ho vinta.

Sei andato col coltello tra i denti?

Assolutamente si. Non mi ricordo di preciso dove fosse- forse a Udine… Però dopo…. Avevo meno l’obbligo di dover vincere e di dover dimostrare e quindi sono andato li. Ho fatto 2 anni in sportsman, e poi ho gareggiato in l’intermedia per un bel po’.

E come sono andate le altre gare?

Allora, le gare che ho fatto, esclusa la prima e l’ultima prima di passare su quest’aeroplano qui, le ho vinte tutte. Ho fatto terzo in quella li (la prima), e le altre le ho vinte. Però ne ho saltate, perché col lavoro facevo fatica. Prima ho iniziato con Alpi Eagles, poi dopo neanche due anni era fallita e allora cercavo lavoro e sono andato in Air Italy, però era d’estate, e quindi quell’anno li ho saltato. E insomma, anche con l’ultimo lavoro, ho saltato purtroppo delle stagioni.

Il percorso degli aeroplani?

Ho iniziato sul CAP 10 e son rimasto sul CAP 10. Di fatto ho continuato a volare sul CAP 10 finchè ho comprato questo. Quando sono entrato nell’ultima compagnia dove sono anche adesso, che mi ha dato l’opportunità di volare negli Stati Uniti, mentre volavo sul CAP 10 qui, li ho trovato un posto in Texas con uno bravo e simpatico, e io cercavo di volare sul PITTS. E quindi ho provato a volare sul PITTS finalmente. Eh io era una cosa che mi affascinava… ci avrò fatto, eh insomma per due o tre anni ci andavo una volta al mese per un voletto. Avrò fatto in tutto cinque o dieci ore, tutte a doppio comando.

E quindi il tuo primo monoposto è stato il CAP 232 su cui voli ora?

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No, l’ultima gara che ho fatto prima di comprare questo è stata a Caorle nel 2012 con il CAP 21 di Milano, I-CILL. Col CAP 21 non ero particolarmente allenato né niente. Era bello, però il salto è stato grosso. Li volavo ancora in intermedia, se no volavo col CAP 10. Sul PITTS ho fatto un mucchio di viti. Jason si chiama l’istruttore. Mi ha fatto vedere tutti i tipi di viti che si può fare col PITTS, quindi molte uscite dalle viti e queste manovre qui. Tante manovre di sicurezza. E poi ha cercato di insegnarmi i frullini col PITTS, ed è stata molto dura. Non ero abituato a volare in quel modo li, infatti mi affascinava molto e mi piace, ma non è un aeroplano che fa per me. L’aereo, il CAP 232, l’ho comprato a settembre del 2012. Il passaggio in avanzata l’ho fatto direttamente con il mio aeroplano.

E come hai scelto questo aeroplano qui?

Primo, ho dovuto scegliere un po’ in funzione del budget, che quello era lo scoglio più grande. All’inizio pensavo a un CAP 21 per cercare di fare qualcosa in più (rispetto al cap 10) , ma poi di quelli non ce n’erano. E allora ho detto vabbeh, risparmio qualcosa in più. Magari un CAP 231. Il Pitts avevo capito che in ogni caso non era adatto. Poi sono andato un po’ avanti, e nel frattempo ho continuato a risparmiare. Si parla di anni in tutto questo… poi c’era questo Jason negli Stati Uniti che aveva un Extra viola che mi piaceva un sacco, un monoposto- un Extra 300s. E gli ho detto… mah, se lo tieni ancora un paio d’anni magari riesco a risparmiare un po’, ma era molto più alta di quella che avevo a budget. E quindi prima di trovare qualcosa che potesse essere adatto, e di trovare qualcosa che non avesse problemi- sai, per non portarsi a casa un rottame, era passato del tempo. Quell’Extra li è stato venduto prima che io me lo potessi permettere, e quindi guardando su internet ho trovato quest’aeroplano qui. All’inizio il prezzo era trattabile ma non a sufficienza, e quindi mi piaceva un sacco ma gli ho detto che non me lo potevo permettere. Poi alla fine lui è sceso un po’ e alla fine l’ho preso. Cercavo qualcosa che mi piacesse- il CAP

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232 mi è sempre piaciuto moltissimo ma non l’avevo mai provato. Credevo che fosse come un CAP 21 tutto elaborato, che alla fine credo che sia quello che è. E cercavo un Lycoming. Un experimental pensavo che sarebbe stato un po’ complicato da poter gestire… e quindi si va a scremare molto. Poteva essere un Extra 300 s o L, o un CAP 231 o 232. E alla fine, tra tutti, questo era quello che mi ha colpito di più

E com’è andata con l’aereo nuovo?

All’inizio non facevo i programmi, cioè dovevo proprio imparare a usare l’aeroplano. All’inizio ho provato a fare tutte le viti, sempre con Tomaso sotto. E poi i frullini, io li avevo imparati in cima al looping e basta, quindi tutta quella parte li non l’avevo imparata. Poi ho imparato tutti i giochetti. Me li ha insegnati Tomaso un po’ per volta.. prova a fare così, prova a far cosà, e io che ridevo come un matto.

Lo sai che Tomaso dice che si capisce quelli che diventeranno bravi a seconda di quanto si divertono?

Ah beh guarda, di divertirmi…. Tante volte quando provo qualche giochetto son la che rido da solo come un cretino. La volta che ho riso di più è stato quando Tomaso mi ha insegnato a fare la capriola. Avevo preso da poco l’aeroplano e Tomaso mi ha detto… no ma prova a fare così e colà. Io ho provato… la prima volta si è bloccato, la seconda volta si è bloccato, la terza è passato oltre. Mi ricordo che ero molto alto e… ecco… mi ricordo che li ho riso come un cretino.

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E poi dopo che hai imparato a usare l’aereo com’è andata?

Ho fatto la mia prima gara di avanzata nel 2013, ma quell’anno li non riuscivo a fare i frullini a destra e quindi son stato a casa (nel senso che non ha partecipato al campionato europeo). Mi alleno appena posso, ma non è facile sai.. Lavoro a qualche ora di volo da qui, e quando ho tempo libero torno a casa e vado a volare col mio aeroplano. Ragazza, tempo e tutto permettendo, perché se no si arrabbiano tutti sai…

Cosa privilegi nell’allenamento? I voti migliori li hai presi negli sconosciuti, che in teoria sono quelli più difficili..

Ho sempre cercato di imparare tutte le figure che possono essere in quella categoria. Poi mi è andata anche di fortuna eh.. alla fine quei programmi mi piacevano e…

Ho sempre cercato di allenare tanto gli sconosciuti perché alla fine son quelli..

Come si fa ad allenare gli sconosciuti?

Come ho fatto io.. Io ho preso tutti i programmi quelli vecchi e ho detto… beh questo qui mi sembra difficile, provo a farlo. E se esce questa sequenza di figure, in questo modo la riesco a fare. In modo da volare in sicurezza e così, a furia di insistere, è andata bene.

Quindi di fatto hai provato tante volte a fare voli che non avevi fatto prima senza ripeterli più volte?

Matteo Barbato, VFR Aviation, campione, volo acrobatico, medaglia d'oro, acrobazia, CAP 232, pilota

Diciamo che mi han sempre fatto volare così, Tomaso mi ha sempre detto di fare i programmi. E allora disegnava un programma, ma anche nella sportsman, e ogni volta provavamo qualcosa di nuovo. E forse magari avrei dovuto volare qualche volta di più il conosciuto e il libero. Non lo so…

Ma no! Sei stato bravissimo!! Sei stato il primo italiano a vincere una medaglia d’oro a un campionato internazionale. Che effetto fa?

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Mah è stato bello, molto bello. Ma alla fine mi son reso conto troppo tardi che potevo giocarmi qualcosa di più. E son finito proprio sull’ultimo gradino che non c’era sulla classifica overall (è arrivato quarto nella classifica assoluta). Però.. Ovviamente emozionante..

Te l’aspettavi?

No, e forse quello è stato un problema. Se mi fossi aspettato che potevo giocarmi il campionato, magari sarei riuscito a fare qualcosa in più, che ne so…. L’ultimo volo l’ho volato che ero un po’ stanco, ero un po’ così- che se avessi bevuto un caffè in più o mi fossi istigato un po’ di più nel concentrarmi un po’ di più in quel volo, magari avrei potuto giocarmi il campionato. E il libero…. Le condizioni non erano super, però avrei potuto volarlo un po’ meglio, un bel po’ meglio.

Ma è il segreto per migliorarsi quello di guardare indietro così?

Matteo Barbato, VFR Aviation, campione, volo acrobatico, medaglia d'oro, acrobazia, CAP 232, pilota

Beh è raro che io sia super soddisfatto dei risultati. Ma non solo in acrobazia. E’ raro che io pensi “si, son proprio contento”, è raro. Non so, non vorrei passare per quello che non si accontenta mai, son contentissimo. Non mi aspettavo di andare così bene, ma col senno di poi sarei potuto andare un po’ meglio, avevo del margine per impegnarmi un po’ di più magari.

C’è una figura che ti piace fare di più delle altre?

Beh è una domanda difficile, molto difficile. No. Quella che mi piace un sacco è quella che riesco a imparare bene in quel momento. Ecco, quello li mi piace, mi da soddisfazione. Tutti i frullini mi piacciono, perché li ho impararti ultimamente col mio aeroplano, mi piacciono molto. Soprattutto quando vengono bene. Ma per dirti, quando vado a casa, magari mi faccio pure un bel tonneau, non è che debba essere sempre a tutti i costi nel programma. Una cosa complicata, che all’inizio quando la provi è difficilissima, poi la riesco a fare, mi da molta soddisfazione, e mi piace ripeterla per vedere che riesco ancora a farla- cioè per vedere che non mi è venuta per un colpo di fortuna. Se invece mi è venuta solo per un colpo di fortuna, allora atterro e dico vabbeh, provo un’altra volta.

Riti scaramantici prima della gara?

No, col mio aeroplano no. Io non son per niente scaramantico, però… però…: mi son reso conto che sotto le scale non ci passo. Se posso evitare non ci passo. Se c’è un gatto nero, escluso il gatto qui, Benito, evito di passare. Non son scaramantico, però se posso evitare evito. Prima dei voli di gara? Faccio il giro esterno dell’aeroplano sempre e basta. Ecco soprattutto nelle gare che ci può essere l’emozione e le cose varie, ci può essere una dimenticanza eccetera, per cui per evitare cerco di fare le cose che faccio sempre. Quello è ciò che magari ti tiene più tranquillo e ti consente di stare un po’ più concentrato o meglio, di fare le cose come vanno fatte. Cerco di fare le cose che faccio di solito, che se le faccio di solito e vanno bene, cerco di fare uguale.

Cosa pensi di fare quest’anno?

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Come hai potuto vedere oggi, mi piacerebbe un mucchio fare l’illimitata. Se sarò in grado, ci vado, se no se non mi sento sicuro e sento che non è il caso, utilizzo quelle ferie li per allenarmi per l’anno prossimo. L’obiettivo per quest’anno sarebbe quello di fare il passaggio di categoria dall’avanzata all’illimitata. Purtroppo non ho l’opzione di dire faccio il campionato europeo di illimitata, e se non vado li vado a fare quello dell’avanzata. Purtroppo ho le ferie per quello li, per cui se sono in grado, se son pronto a sufficienza vado. Altrimenti niente.

Tu voli per mestiere, e per hobby… e quando non voli cosa fai?

Sto volando per tornare a casa come passeggero! No dai, (ride) sto con la mia ragazza un pochino.

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